In ambito giuridico l’acquisizione degli elementi probatori deve avvenire secondo metodi ritenuti scientifici e oggettivi al fine di produrre un elaborato peritale utilizzabile a fini legali. Il Tribunale deve infatti realizzare la giustizia sulla base delle evidenze, cioè un accertamento dei fatti che risulti giusto e indubitabile.
La perizia fonica rappresenta dunque un’importante prova che può essere determinante per il Giudice nella conclusione del processo penale. Grazie ai progressi sostanziali nell’identificazione dei parlanti attraverso metodi e strumenti sempre più sofisticati, i recenti sviluppi nell’interpretazione del valore probatorio delle prove foniche stanno chiaramente cominciando a farsi sentire.
Poiché si conoscono i limiti scientifici dell’identificazione dell’oratore da parte di testimoni uditivi, la quale è simile per alcuni aspetti al campo molto più studiato dell’identificazione fornita dai testimoni oculari, diventa sempre più frequente il ricorso da parte del Magistrato a tecnici in grado di analizzare e interpretare i messaggi sonori.
Anche l’ascolto in Aula delle registrazioni può sollevare dubbi e non sempre si riesce ad individuare l’identità del parlante, per questi motivi il Pubblico Ministero può richiedere una Consulenza Tecnica e affidare l’incarico della trascrizione vocale di una registrazione (conversazione telefonica o audio) ad un perito fonico esperto.
Ancora di più questa necessità si pone nel caso delle intercettazioni ambientali, dove gli interlocutori sono al di fuori di un contesto ordinario e non è possibile ricorrere con facilità agli elementi extraverbali che caratterizzano la scena. Il trascrittore, in questi casi, dovrà quindi completare le informazioni attraverso un’opera di deduzione scientifica dei fatti, analizzando le intonazioni della voce attraverso un’attenta percezione acustica. Tali aspetti interpretativi devono essere il risultato di una procedura rigorosa e competente che tenga conto degli elementi linguistici, semiotici, psicologici e fonetici presenti nello scambio comunicativo.
Interpretazione dei messaggi e traduzioni nel processo penale
La perizia fonica nel processo penale si avvale in particolare delle annotazioni relative ai tratti “soprasegmentali”, che fanno riferimento all’accento, alla lunghezza dei suoni e soprattutto alle tipologie di intonazione che possono aiutare a distinguere una frase interrogativa da una imperativa o affermativa. Anche le eventuali pause e i silenzi all’interno di una conversazione sono ulteriori aspetti che vanno segnalati in quanto generano messaggi diversi e quindi relative interpretazioni utili per il Magistrato.
Per quanto riguarda la comunicazione in lingua straniera o dialettale, le cose si complicano ulteriormente, in quanto non tutte le espressioni verbali sono direttamente traducibili in italiano e per questo è importante contestualizzare le espressioni idiomatiche dopo averne riconosciuto l’origine culturale. A questo proposito, la sentenza della Corte di Appello di Bologna del 9.11.90, II numero 502 sottolinea che, in caso di uso prevalente delle inflessioni dialettali in una conversazione intercettata, la trascrizione non deve essere letterale, ma complessiva dell’intero contenuto. Questa decisione nasce dalla consapevolezza che la comprensione linguistica deve tenere conto di un complesso di elementi e non dalla sola traduzione delle singole parole che renderebbe insensato l’insieme del messaggio.
Valore legale di una perizia fonica
Al termine del processo di analisi e interpretazione delle registrazioni vocali, la relazione scritta elaborata dal perito fonico in ambito penale rientrerà a tutti gli effetti tra le evidenze probatorie e perciò valutata dal Giudice, insieme alle altre evidenze, per stabilire la colpevolezza dell’indagato o dell’imputato.
I rapidi sviluppi tecnici nel mondo delle telecomunicazioni in cui voce e dati vengono trasmessi sempre più attraverso canali di comunicazione online pongono nuove e ulteriori minacce per l’analisi dell’intercettazione vocale e audio come strumento investigativo e probatorio. Il passaggio dai supporti di registrazione analogici a quelli digitali e la disponibilità sempre più diffusa di apparecchiature per l’elaborazione del suono digitale, nonché la sua facilità d’uso, rendono relativamente facili da eseguire determinati tipi di manipolazione delle registrazioni audio da parte dei criminali. Se eseguita con competenza, tale manipolazione potrebbe non lasciare tracce e potrebbe quindi essere impossibile da rilevare da parte di un soggetto non esperto.
Tuttavia, i periti fonici si avvalgono delle conoscenze di nuovi metodi per l’autenticazione delle registrazioni audio basati su software informatici specifici e riescono a sollevare dubbi sulla paternità dei contenuti oppure identificarne l’autenticità per fornire ulteriori elementi utili ai fini legali in un processo penale. Il valore legale di una perizia fonica è stabilito dalla correttezza delle procedure utilizzare per verificare l’originalità, l’integrità e il grado di autenticità delle registrazioni intercettate. Dopo aver isolato suoni e rumori esterni, il perito fonico analizza ed interpreta il tracciato audio attraverso strumenti appositi e per questo considerati come validi a fini legali.
In fase processuale, una perizia fonica assume valore legale nel momento in cui essa sia stata eseguita da un tecnico esperto e formato nel riconoscimento vocale e nella verifica dell’autenticità delle registrazioni di cui è possibile verificare la provenienza. La trascrizione delle registrazioni audio eseguita con procedure standardizzate e riconosciute rientra quindi a tutti gli effetti tra i documenti ammessi dal Disp. dell’art.234 del Codice di Procedura Penale, in cui si consente l’acquisizione di elementi che rappresentino fatti, persone o cose anche mediante mezzi quali la fotografia, la cinematografia e la fonografia.